Il ruolo dei Suoni nell’induzione Ipnotica
Si è parlato abbondantemente della possibilità di indurre l’ipnosi senza parole, con il cosiddetto linguaggio paraverbale.
Poco si parla invece della capacità che hanno i suoni nell’indurre la trance negli individui.
Hai capito bene, parliamo di ipnosi con i suoni.
Se deciderai, se non l’hai già fatto, di prenderti il tempo di andare ad ascoltare un concerto di musica classica, uno di quelli in cui in repertorio ci sono musiche molto dolci, osservando il pubblico noterai che si svlupperanno i segni della trance ipnotica.
Le persone avranno pupille dilatate, penderanno dalle note dei musicisti, lo sguardo sarà sognante e incantato e per farti ascoltare da loro probabilmente non basterà sussurrargli qualcosa da quanto sono rapite dal mondo che stanno ascoltando.
È vera e propria ipnosi.
La capacità del suono di indurre l’ipnosi è stata studiata e nello specifico sono state studiate le diverse forme d’onda del suono.
Il suono è una vibrazione dell’aria, un’onda.
Questa onda può avere diverse forme, sinusoidale, quadrata e triangolare.
Nell’esperimento di Paolo Abozzi, autore di “Tecniche di ipnosi pratica”, diverse persone sono state invitate ad ascoltare suoni con forma d’onda diversa.
Il risultato fu che i partecipanti all’esperimento dichiaravano di preferire i suoni a forma d’onda sinusoidale.
I partecipanti dichiararono che i suoni triangolari erano fastidiosi, i quadrati non davano alcuna emozione mentre i sinusoidali erano i preferiti.
Estendendo l’esperimento a numeri più consistenti di partecipanti, gli sperimentatori notarono poi che nella maggior parte dei casi le persone sviluppavano segni di trance con suoni sinusoidali, una minoranza con onde quadrate e una minoranza ancora più esigua con onde triangolari.
Una piccola parte non presentava alcun segno di trance.
Gli sperimentatori testarono anche la semplice fissazione delle immagini rappresentanti le onde sinusoidali, quadrate e triangolari e notarono che le senzazioni sviluppate dalle immagini corrispondevano con quelle sviluppate dai suoni.
Puoi fare questo esperimento anche autonomamente e proporlo ad amici, si tratta di fissare le forme d’onda per qualche minuto, osservandone una alla volta coprendo le altre due e annotando le sensazioni che sopraggiungono.
La cultura musicale europea conclusero gli autori aveva un’influenza sulla forma d’onda prediletta, così che per altri popoli e in altri tempi le forme d’onda preferite potrebbero essere state altre.
Questa teoria ha punti in comune con la teoria di Benemeglio che sfrutta simboli (asta, cerchio triangolo) per indurre l’ipnosi.
L’eperimento e le conclusoni di Abozzi possono essere utilizzate in pratica per indurre l’ipnosi, ad esempio mostrando ad un soggetto le forme d’onda facendosi dire quale preferisce e gli suscita più emozioni, a questo punto si somministrerà un suono con forma d’onda corrispondente a quella preferita e questo sarà il più utile all’induzione ipnotica.
Da notare che non stupisce che il suono influenzi l’induzione ipnotica, del resto anche nell’ipnosi verbale, la cadenza, il ritmo, quindi la “musicalità” delle parole oltre alle parole stesse influenza l‘induzione ipnotica.
Oggi giorno è veramente semplice procurarsi suoni di varie forme d’onda, con una semplice ricerca in rete.
Per scorpire di più sull’Ipnosi visiona “L’ipnosi in Pratica“
L’ipnosi in pratica
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